LE PIAZZE SFREGIATE

duomo

Sono i salotti della città. Le piazze più prestigiose, frequentate, ristrutturate. Si trovano in aree pedonali, con divieti di sosta e di fermata. Eppure a vederle, più che un giardini sembrano parcheggi, invase come sono da auto in sosta vietata nell’impunità più assoluta.

Cominciamo il nostro breve viaggio nella vergogna da piazza Clai. Da zona semi degradata l’amministrazione Ciaurro la volle trasformare in un vero e proprio salotto buono del centro storico, con una ristrutturazione radicale completata nel 1997. Oggi area pedonale e macchine ovunque, che con i continui passaggi hanno anche danneggiato la nuova pavimentazione, riparata alla meglio – e solo in parte – con orribili colate di asfalto che si alternano a buche e pozzanghere. “Qui dopo le 10.30 di mattina nemmeno si dovrebbe transitare” spiega Marco, residente della zona da vent’anni. “E invece da un paio d’anni c’è un traffico continuo e macchine parcheggiate in mezzo alla piazza”. “Io, che qui ci abito – prosegue – pago 106 euro ogni mese per lasciare l’auto nel parcheggio a pagamento, e poi devo ritrovarmi il mio quartiere invaso da ogni genere di vettura, compresi suv e jeep”.
“I vigili? – aggiunge – I vigili vengono quando gli pare”. E di recente, a osservare i parabrezza, non si sono fatti vedere affatto.
Il viaggio della vergogna prosegue in piazza San Francesco: siamo in zona a traffico limitato, con divieto di sosta e di fermata. Eppure gli automobilisti parcheggiano impunemente, a qualsiasi ora del giorno, tanto davanti all’antico santuario quanto di fronte al caffè Rendez-Vous, e a nulla sono servite le proteste della parrocchia raccolte e rilanciate, tempo fa, dal Giornale dell’Umbria. Analogo discorso per piazza Duomo: divieto di sosta e auto ovunque. E se ci si domanda perché il Comune permetta questi abusi, una risposta arriva passando per piazza della Repubblica e piazza Europa, dove si è appena conclusa l’ennesima vetrina di concessionarie: perché, in fondo, sarebbe persino incoerente impedire il parcheggio in zona pedonale solo alle auto già vendute.
(da Il Giornale dell’Umbria del 14 maggio 2008)

Precedente L'ODE AD ARNALDO Successivo ALTROMESTIERE, GLI INNAMORATI DEL TEATRO